Hai guardato un po’ in internet e sui social, e ne hai anche trovato uno che ti ispira. Ce l’avresti proprio la voglia di farlo venire a casa tua per liberarti una volta per tutte di quel casino che continua a darti fastidio nel tuo armadio, nel ripostiglio o nella dispensa.
Ma una cosa ti frena: la vergogna. L’idea di far entrare in casa qualcuno di estraneo al quale mostrare le parti più sporche e incasinate della tua casa, che tieni nascoste anche ad amici e parenti, ti mette troppa ansia.
“Cosa mi dirà di tutto questo casino?” “Io mi vergogno troppo di far vedere ad un estraneo la situazione in cui mi trovo”. “E se poi questo pubblica le foto del mio disastro su Facebook?”.
Ho deciso di scrivere questo articolo per rispondere a questo tipo di domande, e per spiegare come vanno le cose in situazioni come questa.
Le responsabilità del professionista
Io parlo per me, ma sono certa di parlare anche per la stragrande maggioranza dei P.O..
Quando entro nelle case delle persone che mi chiamano per avere il mio aiuto nel riordino e riorganizzazione dei propri spazi di casa, ho perfettamente chiaro che sto entrando nei luoghi personali e privati di una persona. Per di più, non solo entro in casa loro, ma mi mostrano la parte per loro più fastidiosa.
E’ una mia grossa e precisa responsabilità non esprimere assolutamente nessun tipo di giudizio su quello che vedo, entrare con tutta la delicatezza e dico anche educazione possibile, e questo vale non solo per il sopralluogo, ma anche per tutta la durata dell’intervento.
Certamente è comprensibile che una persona provi imbarazzo a mostrare ad un estraneo le parti più incasinate e trascurate della propria casa. Ecco perché fa parte del mio modo di lavorare non dire mai e poi mai ad un cliente: “Ma come hai fatto a ridurti in questo stato?” “Come fai a vivere così?” “Che disastro!”.
Ripeto: mai e poi mai. E se un P.O. dice delle cose che si avvicinano anche lontanamente a queste non è un bravo P.O.!
E quindi va scartato su due piedi da te che sei un cliente, ma prima di tutto una persona che merita di essere trattata con rispetto.
Lo dice anche il codice etico di APOI, che ogni socio iscritto sottoscrive: “Servirò i miei clienti con integrità, competenza e obiettività e li tratterò con rispetto e cortesia”.
Quindi per aiutarti a superare la vergogna ti posso dire come prima cosa che non devi preoccuparti di quello che il P.O. ti dirà, perchè se è un bravo professionista non dirà niente che ti farà sentire a disagio. Pensa che ne ha viste tante di situazioni come la tua, ed è pronto a tutto! Anche alla situazioni più sfidanti. Siamo preparati e competenti.
E per quel che mi riguarda, più c’è casino più mi diverto! Le persone restano stupite di come mi entusiasmo io davanti a bauli di documenti da riordinare o armadi che esplodono!
La scelta che dipende da te
Ma c’è un’altra cosa che voglio dirti: non lasciare che questa vergogna blocchi la tua voglia di cambiamento.
Se hai voglia di farti aiutare da un P.O. non pensare all’imbarazzo, ma al risultato che puoi ottenere!
Non permettere a questo imbarazzo di impedirti di fare l’esperienza di liberazione e sollievo che può derivarti dal lavoro di decluttering della tua casa!
Il tuo imbarazzo è comprensibile, e il professionista saprà accoglierlo con delicatezza. Ma tu non farti bloccare da questo, non impedirti di dare ascolto a quella voglia che hai di cambiare la situazione, affrontare il casino e uscirne!
Riguardo le foto
Fa parte del nostro modus operandi scattare delle foto, soprattutto al momento del sopralluogo. Questo ci serve per poter analizzare la situazione attentamente quando poi dovremo elaborare il preventivo e il piano di lavoro.
Avere delle foto che ci aiutano a ricordare e fissare gli spazi che abbiamo visionato è per noi molto utile, e ci aiuta a lavorare meglio.
Inoltre poi, poter mostrare nuovamente le foto del “prima” al cliente quando il lavoro è finito fa crescere enormemente il livello di stupore e soddisfazione! Provare per credere! 😉
Utilizzare le foto del “prima” e del “dopo” di un intervento per promuovere il proprio lavoro su internet o sui social è una cosa che il P.O. può fare solo ed esclusivamente con il permesso del cliente, che va chiesto formalmente con una liberatoria scritta.
Quindi un P.O. ti chiederà di avere delle foto di casa tua, ma tu potrai ottenere che quelle foto non vengano né divulgate né pubblicate. E’ un tuo diritto!
Io nella mia esperienza ho potuto riscontrare più volte queste situazioni da parte dei clienti, e ho sempre fatto in modo che si sentissero a proprio agio e che sentissero che potevano fidarsi di me. Questo è il mio modo di lavorare.
Quindi se hai anche un mezzo pensiero di farmi venire a casa tua, chiamami! Scrivimi! info@sarabettella.it
Facciamo due chiacchiere, prova a conoscermi. E capirai se ti senti a tuo agio e se vuoi darmi la tua fiducia!
Se vuoi, io ci sono!